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29 Gennaio 2020

Alpinismo e transumanza sono Patrimoni Immateriali UNESCO

L’Alpinismo e la Transumanza sono stati recentemente iscritti nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. La candidatura era stata avanzata da Italia, Francia e Svizzera per quanto concerne l’Alpinismo e da Italia, Austria e Grecia per quanto riguarda la Transumanza. Durante la riunione del Comitato per il patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO svoltasi a Bogotà è stato approvato l’inserimento nella lista anche della Perdonanza celestiana.

Annibale Salsa: “Riconoscimento dovuto”

L’antropologo Annibale Salsa, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO e già presidente del CAI, è uno dei massimi studiosi dell’arco alpino e delle pratiche umane che ne hanno esplorato e plasmato il paesaggio. Nel commentare un duplice riconoscimento che “profuma” di montagna e di Dolomiti, non ha dubbi: “Per quanto concerne l’Alpinismo è dovuto: stiamo parlando della pratica che ha consentito la reinvenzione delle Alpi. Le alte cime prima non interessavano a nessuno per l’ovvia ragione che non sono aree utili alla sussistenza. Solo i cacciatori le frequentavano. Con l’alpinismo lo sguardo dell’uomo si è alzato ed è andato oltre. Certo inizialmente in virtù di una prospettiva “cittadina” che poi però è diventata anche montana, con l’avvio dell’attività delle guide locali. È stata di fatto la scoperta di un nuovo pianeta. Quanto alla Transumanza, si tratta di uno dei fenomeni più arcaici; è iniziato quando sono avvenuti i primi addomesticamenti e rappresenta il modo in cui l’uomo riesce ad allevare e nutrire gli animali seguendo il flusso dell’erba, adattandosi alla natura quindi e non adattando la natura alle proprie esigenze. È una pratica da non confondere con quella della monticazione e della smonticazione: la transumanza implica una ricerca dell’erba che dura per tutto l’anno: dagli alpeggi alle fasce intermedie, fino a quelle marine. E a proposito di Dolomiti, uno dei percorsi più importanti è quello che collega il Lagorai alla pianure venete e friulane. Se ci spostiamo in Francia non possiamo non citare la valle del Rodano”, ricorda Annibale Salsa, “dove sono noti i percorsi che collegano la Camargue al Delfinato e alla Savoia. Una tradizione che è diventata un’importante attrazione turistica e che viene valorizzata anche e soprattutto dal punto di vista culturale come testimoniano le scuole di primo livello dedicate alla formazione dei pastori. In Italia sono molto importanti le transumanze mediterranee come quelle che collegano Abruzzo e Puglia, ma non mancano casi in cui si è concentrata anche una notevole attenzione da parte dei turisti, come quello della Val Senales, in Alto Adige”.

Cose si intende con Patrimonio Immateriale

Le Dolomiti sono state riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale naturale, che insieme a quello culturale va a comporre la Lista del Patrimonio Mondiale con i siti più complessi e noti, anche in Italia. Ma un’importanza speciale è rappresentata anche dal Patrimonio culturale immateriale, che si intreccia a filo doppio con gli latri riconoscimenti UNESCO. La cultura vive infatti anche di tradizioni vive, trasmesse dai nostri antenati: “Espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale. Questo patrimonio è fondamentale per il mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra” (www.unesco.it).

Ph. Federica Cattaruzzi

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