Il quarto balcone panoramico sulle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO sorge sul Mastlé a S.Cristina di Val Gardena, nel Parco Naturale Puez-Odle. L’inaugurazione è avvenuta oggi, 16 giugno, da parte dell’assessora alla tutela del paesaggio della Provincia Autonoma di Bolzano, Maria Hochgruber Kuenzer, del direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO, Marcella Morandini, del sindaco di S.Cristina, Moritz Demetz, e del presidente dell’associazione turistica Val Gardena, Ezio Prinoth. L’inaugurazione è uno degli eventi concomitanti con il decennale del riconoscimento delle Dolomiti a Patrimonio Mondiale UNESCO.
“Anche a distanza di 10 anni ci rallegriamo molto del riconoscimento quale Patrimonio Mondiale UNESCO. Dal balcone si gode un panorama unico che invita ospiti e residenti alla consapevolezza dell’unicità del territorio montano nel quale si trovano e vivono”, ha sottolineato l’assessora Maria Hochgruber Kuenzer.
Come il Patrimonio Dolomiti UNESCO può essere definito seriale perché interessa nove territori che rappresentano ognuno un aspetto peculiare dal punto di vista geologico-paesaggistico delle Dolomiti, così anche l’obiettivo dei balconi panoramici è quello di raccontare e rendere vivibili queste peculiarità che rendono così straordinarie le Dolomiti nei vari territori, ha spiegato Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO.
Il balcone sorge a quota 2.200 metri nei pressi della stazione a monte dell’impianto di risalita Col Raiser lungo un sentiero fortemente battuto. “Il concetto predisposto dalla Fondazione assieme alle Province del Patrimonio Mondiale per i balconi panoramici trova un’esplicazione esemplare in quello realizzato sul Mastlé grazie alla collaborazione del Comune e dell’associazione turistica”, ha affermato l’assessora. “Noi, tutte le Province, perseguiamo il medesimo obiettivo, abbiamo intrapreso la medesima strada, e per questo ci avviciniamo sempre di più. La forza crescente che ne deriva costituisce una buona base per portare avanti assieme il nostro patrimonio mondiale”, così l’assessora Hochgruber Kuenzer.
Il presidente dell’Associazione turistica sindaco di St. Christina Ezio Prinoth, ha posto in evidenza la grande importanza turistica del balcone panoramico sul Mastlé per l’intera val Gardena, mentre il sindaco di Santa Cristina Moritz Demetz ha ricordato come si è giunti alla realizzazione della struttura.
In accordo con la Fondazione Dolomiti UNESCO è prevista la realizzazione di una serie di cosiddetti balconi panoramici nelle aree interessate dal Patrimonio Mondiale, in Alto Adige, in Trentino e nelle provincie di Belluno, Pordenone e Udine. Con la realizzazione dei balconi si punta a incrementare il grado di conoscenza sulle Dolomiti UNESCO illustrandone la bellezza paesaggistica e l’importanza geologica e geomorfologica valorizzando altresì l’intero territorio posto sotto tutela dall’UNESCO.
Il primo, situato sul Monte Specie/Strudelkopf, nel parco naturale di Fanes-Senes-Braies nel comune di Dobbiaco, è stato inaugurato nel 2015. Questo primo balcone panoramico, il cui prototipo era stato sviluppato dall’architetto David Messner assieme al padre, l’artista Franz Messner, venuto a mancare, è servita quale progetto pilota per le altre 7 che sorgeranno in territorio altoatesino.
“La realizzazione di tutti gli altri balconi panoramici, anche nelle atre realtà territoriali, avverrà secondo questo standard”, ha detto Morandini.
Accanto a quelli sul Monte Specie/Strudelkopf e sul Mastlé, sono stati già realizzati balconi panoramici in Trentino, nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino a Tognola, e uno nel Parco Naturale Adamello-Brenta a Ritort. Nel Bellunese, invece, sono in fase di realizzazione tre balconi nelle località Nevegal, Monte Rite e Monte Agudo.
Le particolarità del balcone panoramico sono stati illustrati da Verena e David Messner dello studio di architettura Messner Architects, che ha predisposto il relativo progetto. Per la loro realizzazione sono stati preferiti dei punti belvedere con panorama su più cime, che si prestano all’esplicazione di caratteristiche geologiche e geomorfologiche, e in vicinanza a stazioni a monte con il passaggio di numerose persone. “A fronte della sensibilità dei luoghi alpini si è inteso creare strutture di acciaio e di pietre locali che possano anche essere decostruite”, così i due architetti.