LINEA, una nuova interpretazione del paesaggio

15/01/2019

Evento terminato

“Le fenditure verticali creano meravigliosi obelischi e torri che non hanno eguali in altre zone delle Alpi. Lisce pareti si ergono nel cielo perfettamente verticali per diverse centinaia di metri, sottili e separate dagli altri pinnacoli che si stagliano infiniti tutto intorno. Spesso sembrano cascate di ghiaccio, delle stalattiti girate sotto sopra e rivolte verso il cielo. Non ci sono fratture che rompano la verticalità delle linee, la maggior parte delle quali si estende oltre il limite delle nevi perenni.” (Leopold von Buch)

“Esse attirano l’attenzione per la singolarità e il carattere pittoresco delle forme, dei picchi aguzzi e delle guglie, talvolta emergenti quali pinnacoli ed obelischi, oppure allineati in creste ininterrotte, dentate come la mascella di un alligatore; in altri casi esse cingono le valli con ripide pareti alte molte migliaia di piedi, spesso solcate da numerose fessure, tutte verticali.” (John Murray)

Quando John Murray e Leopold von Buch nella prima metà dell’ottocento visitarono le Dolomiti, sicuramente non avevano con sé una macchina fotografica, ma la potenza immaginifica delle loro descrizioni riesce a imprimere nella nostra fantasia il paesaggio dolomitico forse anche meglio di una fotografia. Nelle loro parole sono sintetizzate le caratteristiche eccezionali di questo paesaggio: l’incredibile varietà di forme verticali (come pareti, guglie, canaloni) e orizzontali (come cenge, altipiani) che ha plasmato l’archetipo della montagna nell’immaginario collettivo, facendo delle Dolomiti un riferimento estetico universale e l’incarnazione superlativa dell’idea romantica del sublime.

Oggi le Dolomiti sono Patrimonio Mondiale anche grazie a questo prezioso valore paesaggistico di cui sono una testimonianza per tutta l’umanità. Nel frattempo nuove tecniche e mezzi di comunicazione oggi ci offrono prospettive senza precedenti sul paesaggio dolomitico. Ne è un esempio l’opera LINEA chasing aesthetics, la webserie prodotta dalla guida alpina Filippo Menardi e degli sciatori e artisti Alberto Ronchi, Luca Tavian e Damiano Basso. Sempre nel rispetto dei delicati equilibri dell’ambiente d’alta quota e grazie alle competenze dei quattro professionisti, lo sci alpinismo estremo diventa una chiave di lettura delle linee verticali che solcano le Dolomiti: le immagini seguono gli eleganti e precisi movimenti dei protagonisti attraverso le fenditure con prospettive uniche sulle falesie dolomitiche, riportando alla mente dello spettatore le parole dei primi esploratori delle Dolomiti e mettendo in risalto quegli elementi del paesaggio che contribuiscono all’eccezionale valore universale di questo Patrimonio.

Fonti:

  • Buch, Leopold vonÜber Dolomit als Gebirgsart. Berlin, 1823. P.24 (link)
  • Murray, JohnA Handbook for Travellers in Southern Germany. London, 1837. P.247 (traduzione italiana: Torchio, Fabrizio e Riccardo Decarli – Ad Est del romanticismo, 1786 – 1901, Alpinisti vittoriani sulle Dolomiti. Vol. 2. Rovereto, 2013. P.100) (link)

Ph. LINEA chasing aesthetics