Lo chef Alessandro Gilmozzi al Rifugio Dal Piaz: il prossimo appuntamento al Berti
LA CUCINA DELLO CHEF ALESSANDRO GILMOZZI
AL RIFUGIO DAL PIAZ
PER IL SECONDO DEGLI “INCONTRI D’ALT(R)A QUOTA”
Uno chef stellato, le erbe spontanee del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, la qualità dei prodotti dalla rete dei produttori delle Dolomiti UNESCO, l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco dei gestori del Rifugio Dal Piaz. Sono questi gli ingredienti che hanno reso unico il secondo degli “Incontri d’alt(r)a quota” promossi dalla Fondazione Dolomiti UNESCO.
Ad attendere i partecipanti a passo Croce d’Aune, mercoledì 4 luglio, Alessandro Gilmozzi, chef stellato che ha fatto dell’utilizzo delle erbe dolomitiche una vera e propria ragione di vita: “È più forte di me: quello che amo fare è prendere i prodotti dolomitici e trasformarli in emozione”, ha commentato Gilmozzi la cui cucina, in nome della sostenibilità, punta anche a valorizzare l’intero prodotto, senza buttare nulla. Lo chef ha quindi accompagnato i partecipanti lungo i quasi mille metri di dislivello che separano il passo dal rifugio Dal Piaz, illustrando le proprietà e i possibili utilizzi di decine di erbe spontanee.
Al rifugio, coordinati dalla giornalista Fausta Slanzi, gli interventi di Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO, di Antonio Andrich, direttore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, del Ten. Col. Marina Berto, comandante del reparto Carabinieri del Parco, della gestrice Erika De Bortoli e, a nome della rete dei produttori delle Dolomiti UNESCO, di un rappresentante dell’azienda agricola Canop di Rivamonte Agordino.
Alessandro Gilmozzi ha quindi montato un piatto speciale a base di un ingrediente solo apparentemente povero come il fagiolo (in questo caso della qualità “bala rossa”), con l’aggiunta di anice stellato, cereali soffiati e schiuma di yogurt. A seguire un’insalata di fagioli con orzo e formaggio stagionato, condita al barancino. Infine i piatti che hanno visto protagonisti anche i gestori come la tartare di grigio alpina con sedano levistico e fagiolo candito.
“Il nostro intento non è quello di proporre la cucina gourmet nei rifugi ma quello di fare in modo che la qualità ambientale si coniughi ad un’alta qualità dell’offerta turistica e gastronomica. Sappiamo che non c’è turismo senza agricoltura: cerchiamo di fare in modo che le reti che sono alla base del patrimonio UNESCO lavorino insieme i rifugi, i Parchi, i produttori di qualità e gli chef che credono nel territorio”, ha commentato il direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO Marcella Morandini .
“Il coinvolgimento delle aziende locali è stato uno de motivi per cui abbiamo aderito con entusiasmo” ha affermato Erika De Bortoli, “noi stessi alleviamo la grigia alpina e produciamo fagiolo di Lamon e mirtilli. Conoscere Alessandro Gilmozzi, poi, ci ha permesso di fare esperienze nuove: oltre ad essere un grande chef è anche una grande persona”.
Ecco nel dettaglio i produttori del territorio che hanno collaborato: la Società Cooperativa La Fiorita (Cesiomaggiore) ha offerto orzo, farro e fagiolo bala rossa, l’Azienda Agricola Malga Campon (Fonzaso) il formaggio, così come la Malga Pien de Vacia (Selva di Cadore) e la Società Agricola Canop (Rivamonte Agordino), l’Azienda Agricola la Sloda (Val di Zoldo) ha offerto il miele, mentre la ditta Frescura (Bribano di Sedico) il liquore Barancino. Il pubblico ha infine degustato i vini verticali dell’azienda vitivinicola De Bacco di Seren del Grappa.
La rassegna si concluderà il 25 agosto al rifugio Berti, al cospetto del Popera. Anche in questo caso insieme ai gestori Bruno Martini e Rita Zandonella, ci saranno lo chef Alesandro Gilmozzi e i prodotti di qualità del territorio delle Dolomiti UNESCO.