Alla scoperta del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo

Le Aree Protette nel Patrimonio Dolomiti UNESCO – quarta tappa

Alla scoperta del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo

“Siamo tradizionalmente portati a gestire in autonomia le nostre risorse naturali. La gestione del parco quindi non è pubblica, non è privata, ma è di tipo comunitario. Questo rende il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo un’area protetta eccezionale all’interno del Sito Dolomiti UNESCO. I rappresentanti del parco non sono politici, sono votati dalla gente. Rappresentiamo una tradizione secolare democratica e consapevole dell’importanza di una gestione oculata delle proprie risorse naturali”

Michele Da Pozzo, Direttore del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo

Val Travenanzes - Tofana a sinistra

Breve presentazione del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo

Il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, istituito nel 1990, si estende su una superficie di 11.200 ettari tutta compresa nel territorio del comune di Cortina d’Ampezzo, sull’antica proprietà delle Regole d’Ampezzo. Incuneandosi a nord nel territorio del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, l’area bellunese forma con quella altoatesina un unico comprensorio con caratteristiche ambientali omogenee. Tra le Dolomiti d’Ampezzo sono compresi i gruppi montusi del Cristallo, delle Tofane e del Lagazuoi. Nato per tutelare la ricchezza e l’unicità del patrimonio geologico e di quello faunistico e floristico, il Parco ha scelto come simbolo il Semprevivo delle Dolomiti, una specie floreale endemica esclusiva delle Dolomiti d’Ampezzo.

Approfondisci la conoscenza del Sistema 5 – Dolomiti Settentrionali

Intervista al Direttore del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo Michele Da Pozzo

Come è cambiato il Parco dopo il riconoscimento UNESCO del 2009?

“Il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo non è cambiato dopo il riconoscimento del 2009 sia come istituzione sia in termini di gestione.

E’ cambiato piuttosto il tipo di fruitore, abbiamo infatti assistito ad un incremento di turisti stranieri. Tradizionalmente la nostra area accoglie già da anni turisti stranieri, certamente dopo il riconoscimento c’è stato un aumento di quei flussi. Possiamo anche registrare una destagionalizzazione del fenomeno turistico ed una maggior richiesta di informazioni sull’ambiente e sulle attività del nostro parco. L’interesse del visitatore per il nostro territorio, è un interesse che si sta specializzando, i turisti sono infatti sempre più interessati alle peculiarità della flora e della fauna. Abbiamo reagito a queste richieste favorendo l’attivazione di un maggior numero di corsi realizzati direttamente dalle guide alpine e naturalistiche della zona con cui il parco collabora. In base alla nostra esperienza, grazie al riconoscimento sono incrementate anche le possibilità di lavoro, il caso delle guide ne è un esempio. Qualche punto dolente c’è, registriamo infatti un aumento del traffico specie quello motociclistico e ciclistico non ancora sufficientemente regolamentato e che nei fatti risulta pericoloso. In questi momenti di sovraffollamento siamo effettivamente molto impegnati.

Nella nostra esperienza di parco, in zone come la nostra ad alta frequentazione turistica, conveniamo sul fatto che le concentrazioni turistiche in determinate aree e in alcuni periodi dell’anno specifici non vanno di fatto ad alterare gli equilibri della fauna, la quale è ormai abituata e pertanto emigra in zone limitrofe a bassa densità. Per rispettare gli equilibri ambientali, in area ad alta densità turistica come la nostra, è preferibile non creare nuovi sentieri e quindi interazioni uomo ambiente in aree ad oggi selvagge”

Perché è importante far parte della Fondazione ed essere suoi Sostenitori e membri attivi?

“Posso davvero dire che il riconoscimento UNESCO e la conseguente istituzione della Fondazione sono arrivati nel momento giusto.

Esisteva da tempo una Rete Alpina dei Parchi a cui tutti partecipavamo, inizialmente, vent’anni fa, vi era un’attività e uno scambio intenso. Negli anni, per diverse ragioni, il clima di confronto è andato sempre più ad affievolirsi, ed è proprio in questo momento che il riconoscimento è entrato in scena, dandoci una nuova spinta a collaborare e a fare rete fra aree protette”

Nello scenario del Sito Dolomiti UNESCO, qual è il valore aggiunto del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo?

“Quello che caratterizza il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo è il modello di gestione comunitario. Il parco è gestito infatti dalle Regole d’Ampezzo, che ne sono proprietarie a tutti gli effetti, un istituto di diritto collettivo che ha più di mille anni di storia alle sue spalle. È comunque uno dei cinque parchi naturali della Regione del Veneto.

Siamo tradizionalmente portati a gestire in autonomia le nostre risorse naturali. La gestione del parco quindi non è pubblica, non è privata, ma è di tipo comunitario. Questo rende il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo un’area protetta eccezionale all’interno del Sito Dolomiti UNESCO. I rappresentanti del parco non sono politici, sono votati dalla gente. Rappresentiamo una tradizione secolare democratica e consapevole dell’importanza di una gestione oculata delle proprie risorse naturali.

Grazie alle Regole e alle proprietà collettive, vi è stato negli anni uno sviluppo equilibrato fra aree naturali, servizi turistici e servizi per i residenti, la superficie gestita dalle Regole adibita ad infrastrutture turistiche è 2.2% sul totale dell’area di proprietà collettiva che è di 20 mila ettari (di cui 11 mila sono parco)”

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Photo credit:  Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo