Le custodi del Patrimonio: due premi, un unico messaggio

C’è un filo rosso che unisce i Premi Speciali «Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO» assegnati quest’anno al Trento Film Festival e al Bolzano Filmfestival Bozen: entrambi sono andati a opere che vedono protagoniste le donne, custodi di patrimoni naturali o immateriali.

«Muyeres» premiato a Trento

Muyeres, Premio Speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale - Trento Film Festival 2025

Nell’ambito del Trento Film Festival, giovedì 1 maggio la giuria speciale creata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dalla SAT, presieduta da Mauro Pascolini (Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO) e composta da Massimiliano Corradini (SAT – Società Alpinisti Tridentini), Cinzia Fedrizzi (SAT – Società Alpinisti Tridentini) e Annibale Salsa (Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO), ha assegnato il premio speciale a «Muyeres» di Marta Lallana (Spagna / 2023 / 77′), con questa motivazione: «Nelle montagne asturiane alcune donne anziane, grazie a vecchie registrazioni raccolte da un musicologo, rivivono la loro vita rurale rivelando così il valore del canto orale. Il film, girato magistralmente in bianco e nero, con momenti lirici straordinari, è anche un viaggio nella vita passata e presente delle protagoniste che diventano custodi di un patrimonio immateriale unico che va difeso e tramandato».  Una menzione speciale è stata attribuita a «Misión Kipi» di Sonaly Tuesta (Perù / 2024 / 80’).

«Karuara» premiato a Bolzano

Karuara, Premio Speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale al Bolzano Film Festival Bozen 2025

Il Premio Speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, nell’ambito del Bolzano Filmfestival Bozen è stato assegnato il 13 aprile scorso ai registi Stephanie Boyd e Miguel Araoz Cartagena, per il loro documentario «Karuara», incentrato sul coraggio di Kukama Mariluz Canaquiri Murayari, e della sua comunità indigena in Amazzonia, nella lotta per proteggere il fiume Marañón e il mondo spirituale dei Karuara, il cosiddetto popolo del fiume.  La giuria che ha selezionato l’opera di Stephanie Boyd e Miguel Araoz Cartagena, era composta da Walter Angonese (Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO), da Leo Hilpold (direttore dell’Ufficio provinciale Natura), da Volkmar Mair (direttore dell’Ufficio provinciale Geologia e Prove materiali) e da Dorothea Vieider (ex presidente del Filmclub Bolzano). Un premio, dunque, alla difesa di un patrimonio naturale ma anche culturale, come ha sottolineato Virna Bussadori, direttrice della Ripartizione Natura, Paesaggio e Sviluppo del territorio, responsabile delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO in Alto Adige: «Il popolo dei Kukama in Amazzonia ci mostra come la consapevolezza della popolazione del proprio patrimonio universale, il profondo legame con la natura e il paesaggio e anche con il mondo degli spiriti, sia direttamente collegato all’assunzione di responsabilità».

Questa attività è inserita nel progetto “Capacity building. Rafforzare il capitale sociale e territoriale del Sito Dolomiti Patrimonio Mondiale (WHS) per uno sviluppo duraturo e sostenibile delle Comunità locali”, realizzato con il contributo del Fondo Comuni Confinanti.