Il 2023 sarà molto importante per verificare lo stato di salute delle Dolomiti Patrimonio Mondiale: è iniziato infatti il percorso di autovalutazione e rendicontazione sulla conservazione e gestione del Bene, che condurrà alla stesura del Rapporto Periodico previsto dalla Convenzione per il Patrimonio Mondiale.
Ph. Moreno Geremetta
Conservazione e gestione sotto la lente
Per il Bene Dolomiti si tratterà del secondo Rapporto dall’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale, avvenuta nel 2009. Il primo era stato realizzato nel 2014, si apre ora un nuovo ciclo di valutazione, che coinvolge i Siti UNESCO di Europa e Nord America. Lo scopo della procedura è il monitoraggio della conservazione globale, basato su un processo di autovalutazione a livello nazionale e a livello locale: la prima parte verrà infatti compilata dagli organismi nazionali e dagli organismi consultivi, la seconda parte dagli enti Gestori del Bene e quindi, nel caso delle Dolomiti, dalla Fondazione Dolomiti UNESCO. Si tratta, in estrema sintesi, di una sorta di “check-up” per comprendere lo stato del Bene e per orientare al meglio le politiche di gestione.
Gli indicatori
Il monitoraggio riguarderà alcuni aspetti precisi: oltre, naturalmente, allo stato di conservazione ambientale per valutare i fattori che influenzano l’integrità del Sito, verranno analizzati anche l’adeguatezza delle risorse finanziarie e umane destinate alla gestione, la funzionalità della governance dal punto di vista giuridico e del coinvolgimento delle parti interessate, le sinergie attivate, l’influsso del riconoscimento sulla sostenibilità ambientale e l’inclusività dello sviluppo, sia sociale che economico. Rispetto al precedente ciclo di monitoraggio è stata posta ancora più enfasi sul tema dello sviluppo sostenibile: un’occasione importante per mettere a fuoco il nodo più delicato e, al tempo stesso, decisivo per le Dolomiti, ovvero il rapporto tra la conservazione attiva del Bene e la vita delle popolazioni che abitano le vallate.
Cosa faremo?
Per la Fondazione Dolomiti UNESCO si tratterà di tradurre in un unico documento le informazioni e i dati che già vengono raccolti tramite le Reti Funzionali e gli organi tecnici e scientifici delle province e regioni interessate dal riconoscimento. Il Bene Dolomiti insiste, infatti, su un territorio vasto, distribuito tra Enti Locali che già applicano i propri sistemi di monitoraggio e tutela dell’ambiente, il compito della Fondazione è monitorare e interpretare i dati in chiave unitaria in relazione al Patrimonio Mondiale.