13. Il sollevamento delle Dolomiti
Circa 65-3 milioni di anni fa – Terziario
L’Africa e l’Europa spingendo una contro l’altra fanno elevare gradualmente dal mare la terra fra loro inclusa. Nasce così la catena alpina e con essa emergono anche le Dolomiti. Con la presenza sempre maggiore di terre emerse, una quantità crescente di sedimenti prodotti dall’erosione veniva depositata in mare. I bacini di mare residuo quindi si colmano velocemente. Nelle Dolomiti la deformazione si sviluppa in tre fasi, risultando in ultima analisi abbastanza scarsa. Anche per questo i segreti delle Dolomiti sono giunti fino a noi senza perdersi nel tempo.
Il mare riceve apporti di materiale proveniente dalle lingue di terra emersa, che vengono lentamente sospinte sempre più in alto dalla compressione fra Africa ed Europa. È in corso la nascita delle Alpi e quindi delle Dolomiti. L’attività legata alla crescita delle montagne porta con sé una grande quantità di sedimenti, che lentamente riempiono i restanti specchi di mare, sempre più piccoli ed “assediati” dalla terra emersa. Le rocce dolomitiche più recenti parlano di coste caratterizzate da falesie e di ambienti marini residui, compresi fra le parti emerse delle primordiali Alpi. L’Africa spinge contro l’Europa in diverse direzioni nel tempo e questo determina una fratturazione delle neonate montagne secondo tagli e deformazioni diversamente orientati. Inoltre, le deformazioni e i tagli si sono concentrati in modo diverso (sovrascorrimenti e faglie) in corrispondenza di rocce diverse (rocce duttili e rocce fragili).
Nella regione dolomitica si registrano soprattutto due fasi deformative, che, fortunatamente, si sono sviluppate in modo da non compromettere le geometrie degli ambienti del mare della Tetide triassica conservati nelle rocce. Per questo le Dolomiti possono essere considerate un arcipelago di isole fossili in buona parte integro. Fin dai primi momenti dell’emersione, le neo-Alpi iniziano ad essere incise e modellate.
Testo a cura di Dolomiti Project