Esiste un diritto alla meraviglia, in nome del quale le Dolomiti Patrimonio Mondiale devono diventare accessibili al maggior numero di persone possibile. Non per alimentare un turismo di massa rispetto al quale deve prevalere la conservazione attiva del paesaggio, ma per consentire anche a chi ha una mobilità limitata, di spalancare gli occhi davanti alle bellezze geologiche e paesaggistiche del territorio. Ne abbiamo parlato con il campione paralimpico Oscar De Pellegrin, tra i principali collaboratori della Fondazione Dolomiti UNESCO per il progetto Dolomiti Accessibili che ha mappato 36 percorsi tra le Dolomiti, e con Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Imprese Belluno, che ha promosso il 17 gennaio scorso a Belluno una tavola rotonda che ha visto la partecipazione della Ministra per le disabilità Erika Stefani.
Uniti per un territorio accessibile
Che si parli di sostenibilità o di accessibilità, il banco di prova non può che essere quello delle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Se n’è parlato il 17 gennaio scorso a Belluno, grazie al convegno organizzato da Confartigianato Imprese Belluno, con la partecipazione, oltre che della Ministra Stefani, anche dell’architetto Marco Giacomuzzo, dell’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, del presidente di Assi Onlus Oscar De Pellegrin, del vice sindaco di Cortina Luigi Alverà, del direttore e della presidente di Confartigianato Imprese Belluno Michele Basso e Claudia Scarzanella, del sindaco di Belluno Jacopo Massaro e del presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin che è intervenuto anche come membro del CdA della Fondazione Dolomiti UNESCO, da tempo impegnata sul tema dell’accessibilità delle Dolomiti.
“L’accessibilità riguarda tutti e apre spazi creativi”
A margine dell’incontro abbiamo dialogato con la presidente di Confartigianato Imprese Belluno Claudia Scarzanella che chiama in causa l’innovazione… prima di tutto nella mentalità:
“Come quello ambientale anche il tema dell’accessibilità, in questo momento, richiede di far leva sulla sensibilità; un po’ alla volta diventerà invece strutturale. È quanto emerso a più riprese anche nel convegno di ieri: dobbiamo capire che l’accessibilità riguarda tutti, non solo determinate categorie di persone. Direttamente o indirettamente ciascuno di noi ne viene toccato: dalla disabilità, magari anche solo temporanea all’anzianità che limita la possibilità di movimento fino alla presenza di bambini in passeggino. Senza dimenticare, come ricordava la ministra Stefani, disturbi come quelli dello spettro autistico”.
La presidente degli artigiani bellunesi chiama in causa la creatività e l’aspetto psicologico: “In un momento in cui ci stiamo sempre più indurendo, a causa dei tempi che stiamo vivendo, questo tipo di turismo crea comunità e ha dei margini di crescita enormi, che invitano anche gli imprenditori e gli artigiani ad essere creativi. Spesso gli interventi a favore dell’accessibilità privilegiano l’aspetto funzionale e renderli esteticamente belli apre nuovi scenari, la possibilità di progetti che coinvolgano architetti, imprenditori, medici e famiglie. Spesso si dice che è già stato inventato tutto. Ecco, in questo ambito non è stato ancora inventato tutto!”.
“Un percorso partito da lontano con ASSI e Fondazione”
“La collaborazione tra Assi e Fondazione Dolomiti UNESCO per il progetto Dolomiti Accessibili è nato quando ancora non c’era l’obiettivo delle Olimpiadi all’orizzonte”, ricorda Oscar De Pellegrin, “oggi questa prospettiva rappresenta uno stimolo straordinario, ma mi piace ricordare che ci siamo mossi anni fa, per il semplice fatto che ci crediamo; siamo contenti che le categorie economiche colgano questa sfida”. Una sfida, come De Pellegrin ha ricordato ormai più volte, che ha anche un importante risvolto economico: “Non si tratta solo del numero di turisti con disabilità che desiderano frequentare le Dolomiti”, sottolinea De Pellegrin, “ma anche della qualità di un turismo che può avere caratteristiche di sostenibilità come la destagionalizzazione e la prolungata permanenza”. Quello delle famiglie di persone con disabilità, infatti, è un turismo lontano dal modello del mordi e fuggi. “Abbiamo inoltre coinvolto le scuole della provincia di Belluno – conclude De Pellegrin – per aiutare le amministrazioni a mappare le barriere architettoniche: stiamo lavorando a Cortina, Pieve di Cadore, Belluno e Sedico per individuare i punti critici”.